La storia che John Lennon non fosse più di sinistra nei mesi precedenti alla sua morte ha fatto il giro del mondo, è stata ripresa da molti quotidiani e ha suscitato parecchi interrogativi. Possibile che l'icona radicale, l'uomo di sinistra, il pacifista, ma specialmente l'antimilitarista fosse diventato un supporter del conservatore Ronald Reagan? Come riferito da Rockol lo scorso 30 giugno, a dire ciò era stato Fred Seaman, ex assistente personale dell'ex Beatle dal 1979 fino al giorno -8 dicembre 1980- del suo assassinio. Le sensazionali rivelazioni di Seaman erano state da lui espresse all'interno del nuovo documentario "Beatles stories". Il personal assistant aveva affermato che John era ormai imbarazzato dalle sue "vecchie" prese di posizione radicali. "Lennon mi fece chiaramente capire che, se fosse stato americano, avrebbe votato per Reagan (il repubblicano conservatore che fu presidente degli USA dal 1981 al 1989) perché disprezzava Carter", aveva detto. E poi: "Vidi inoltre John imbarcarsi in un litigio verbale davvero brutale con mio zio, che era un vecchio comunista. Mi risultò palese che aveva cambiato completamente idee rispetto a quelle che professava prima. Nel 1979 e nel 1980 era una persona molto differente da quella che era stata quando compose 'Imagine'". Scende ora in campo l'ex PR di Lennon, Elliot Mintz. E l'uomo non è molto d'accordo con quanto affermato da Seaman. "Da quando ho conosciuto John, nel 1971, e sino alla fine", ha detto Mintz, "tutte le cose che aveva espresso in 'Imagine' facevano parte del suo sistema di valori. E fu così sino all'ultimo respiro. Quanto è stato affermato sono sciocchezze. Se si ascoltano le ultime interviste rilasciate da John, non si può non sentire che le sue parole, le cose in cui credeva, erano le stesse che propugnava nel 1971. Fred Seaman ha una visione revisionista e distorta della storia. A quanto pare la memoria gli è tornata solo quando si è avvicinata la data di pubblicazione del documentario".